“There is only one thing that makes a dream impossible to achieve: the fear of failure.”
― Paulo Coelho

I wrote an essay in italian (my sister's homework) 23/10/12


Ti sarà accaduto di constatare che esiste una memoria dei sensi, che certe sensazioni (ad esempio l’aroma o il gusto di un cibo, il contatto dell’acqua di mare sulla pelle, l’odore del temporale estivo, il freddo della neve sulla lingua) sono legate ad alcuni eventi vissuti e ci consentono di ricordarli. Individua un’esperienza dei sensi che abbia suscitato in te il ricordo di qualche momento della vita e racconta.

Ognuno possiede una propria scatola dei segreti, contiene dei preziosi momenti e dei ricordi che solo la persona che la possiede può rivivere certe emozioni. Aprirla è come far rivivere ogni istante che avevamo vissuto. La memoria è un elemento talmente forte, che rimane vivo nel cervello per tantissimo tempo. Non sole le immagini ci riportano a pensare a quello che avevamo vissuto, ma anche tutti gli altri sensi; l’olfatto, il suono, il sapore e il tatto. Soltanto pensando a quante cose che ci circondano nella propria stanza, ravviva un sentimento di emozione, perchè ogni oggetto è simbolo del nostro passato. 

Camminando per strada una mattina, avevo deciso di schiarirmi un po’ le idee, l’aria era fresca ed il sole non bruciava ancora sulla pelle. Ero soltanto io e la mia macchinetta fotografica. C’è qualcosa in questa città, che ormai conosco da anni, che mi fa ritornare in mente certi ricordi che da tempo sembravano svaniti. Ho calpestato migliaia di volte sullo stesso asfalto, visto fiorire tutte le primavere quell’albero ed assaporato sempre più intensamente il vento, che ogni anno all’inizio dell’inverno diventa sempre più freddo. 

Percorrendo sempre le stesse vie, ormai cicatrizzate in mente, il profumo della polleria del mio quartiere mi aveva fatto ricordare quando ero bambina. Il tempo sembrava essersi fermato e respirando il profumo del pollo arrosto, avevo vissuto di nuovo una giornata della mia infanzia. Gli occhi si erano socchiusi e ripercorrevo mentalmente la strada che facevo il sabato mattina per andare alla mia lezione di musica. Dopo essermi svegliata dal mio ricordo, ho proseguito il mio percorso mattutino. 

Mi ero seduta sul ponte di Castel Vecchio per scattare un paio di foto ed i raggi del sole mi hanno fatto ricordare delle mattine che passavo al mare a Riccione. Era l’alba e la spiaggia sembrava deserta. Quegli stessi raggi si infilavano nel mio obbiettivo e si mettevano in posa per farsi scattare una foto. Era quello stesso sole, solo anni più tardi che mi avevano fatto aprire la mia scatoletta dei ricordi. 

Verso l’ora di pranzo, mi ero ricordata che non avevo ancora toccato cibo dal giorno prima, pensai a dove potevo andare a riempirmi lo stomaco. La fame mi aveva fatto assaporare mentalmente tantissimi gusti. Sentivo il gusto della frutta della passione e mi ricordavo della vacanza con la mia famiglia a Zanzibar, la spiaggia bianca, l’oceano azzurro e la mia sagoma sdraiata sullo sdraio ad abbronzarmi. Sentivo il sapore del Borsh, la zuppa russa che mi preparava mia nonna quando ero andata tanti anni fa a farle visita. Sentivo il sapore del pesce fresco e ricordavo i compleanni del papà, passati in un ristorante di lusso sul Lago di Garda. 

Piccoli ricordi che fluttuano nella mia testa come farfalle in primavera. Leggere e colorate, si posano sui fiori e si nutrono del nettare, proprio come io mi nutro dei miei ricordi, ancora vivi nella mia mente.